Il 10 maggio, Annamaria Giarolo e Annamaria Gatti hanno tenuto un laboratorio di formazione per docenti presso la sala formazione della casa editrice del loro libro. Annamaria Giarolo ne parla in questo blog.
Quando sono entrata nella sala conferenze della casa editrice Edizioni La Meridiana ho vissuto una sensazione mista tra lo stupore e il rispetto: eravamo lì, io e la coautrice Annamaria Gatti, per raccontare ad altri Io amo la scuola, il nostro libro, e tutto accadeva dentro le mura della “casa-madre” che ha accolto il nostro lavoro ed ha deciso di dargli una voce.
Eravamo a Molfetta, più di 700 chilometri oltre casa, e lì avevamo un’altra possibilità di parlare di scuola, di quella buona scuola che amiamo e per la quale abbiamo ancora bisogno di dire.
Quando è stato il momento di partire, di raccontare e di entrare nel vivo del nostro pensiero, io mi sono sentita invadere da un insieme forte e profondo di emozioni, quasi timide e impaurite, ma, guardando gli occhi attenti che avevo davanti, una trentina di colleghi provenienti da varie zone della Puglia ho avuto la percezione di essere nel posto giusto.
Sì, sarei stata accolta anche nel bisogno di andare oltre le tecniche e i materiali, laddove il sentire l’altro si fa più vivo, l’empatia si fa strada per approdare in una dimensione scolastica dove non si perde mai di vista la propria missione: star bene con se stessi, con gli altri, con l’ambiente.
Nel momento del lavoro di gruppo, strutturato così come prevede il Cooperative Learning, da soli, poi in coppia, poi in gruppo, gli sguardi si sono fatti ancora più attenti, il dire più frenetico e nessuno si è tirato indietro: sono emersi dubbi e necessità ma anche un interesse vivo, intenso e ricco per le persone e per una professione, quella docente, che ha il dovere di mantenere alto il proprio livello.
Ecco, così mi sono sentita a Molfetta, ed ho capito che lì, fare comunità e condividerne i valori fondamentali, credere nello sviluppo personale e sociale delle persone, stimolare la crescita degli studenti per tirarne fuori i tesori nascosti, ecco, ho capito che lì, il prendersi cura gli uni degli altri non poteva che essere la parola d’ordine.
Attenzione e partecipazione hanno fatto sì che quattro ore di lavoro scivolassero, senza fatica, lungo pensieri e riflessioni sentiti e condivisi e il tutto si concludesse con abbracci e selfie.
Grazie a Elvira Zaccagnino, a tutto lo staff di Edizioni La Meridiana e a Molfetta che, con un pallido sole, ci ha accolto tra le sue mura bianche e un mare imperioso e vivo che ne ha fatto da cornice.
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