“Ma la vostra è proprio una missione!” mi son sentita dire da un genitore alle prese con l’ennesima fatica di far tacere il figlio che non aveva alcuna intenzione di ascoltare suo padre!
“Glielo dica lei, maestra, perché non fa mai quel che gli dico io!” le parole di una mamma esasperata di fronte all’ennesimo rifiuto del bambino che da dietro alla porta ascoltava con interesse divertito.
Poi a sera, davanti ad una cena ricca anche di fantasia, alla mente mi è tornato il dilemma: professione o missione?
“Eh no” mi son detta “io non sono una missionaria che va a cercare adulti e bambini da convertire!”.
E allora questo è il problema: siamo docenti che lavorano per una missione da compiere oppure siamo professionisti competenti che operano per raggiungere la propria mission educativa “Formare cittadini responsabili”?
So bene che la domanda è retorica ma io voto per la seconda. E so che per essere professionisti non è necessario un credo, religioso o di altro tipo, servono piuttosto competenze: pedagogiche e didattiche, relazionali e comunicative, disciplinari e di metodo, valutative e inclusive, e via discorrendo.
No, non siamo dei missionari e nemmeno psicologi mancati: siamo dei professionisti in un ambito lavorativo ad elevata densità relazionale, che costruiscono il proprio lavoro attraverso lo studio e l’approfondimento e, grazie all’esperienza, arrivano ad affinare tecniche, metodi, comportamenti e linguaggi in modo da raggiungere i più alti obiettivi educativi senza lasciar indietro nessuno.
Bambini e ragazzi ci ascoltano quanto più riusciamo ad essere credibili, nei saperi ma anche nei comportamenti.
E spesso lo siamo, credibili, soprattutto quando Michele, nascosto dietro alla porta, si gira verso di noi e ci sorride, già sappiamo che il giorno dopo avrà occhi e orecchie aperte e che accetterà la sfida di rispettare le richieste della mamma a fronte di una piccola responsabilità che potrà assumersi in classe.
Così anche Luca ascolterà il papà se, a scuola, avrà l’insegnante che gli ricorderà quanta fatica e lavoro mettono insieme i suoi genitori per poter offrire una vita sicura e serena ai figli. È l’alleanza educativa, e tutti ne avremo grandi benefici.
No, insegnare non è una missione, anche se ha molto da spartire con la vita del missionario!
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